La relazione di coppia è una “relazione terapeutica naturale”, nel senso che attraverso il rapporto di coppia ognuno di noi cerca inconsciamente di sciogliere i nodi irrisolti della propria storia personale, le proprie problematiche emotive di base. Quando iniziamo una storia affettiva, la scelta del nostro partner poggia su un incastro inconscio tra i suoi temi salienti e i nostri. L’aspettativa è che il partner finalmente ci risponda su alcune tematiche, per noi critiche, in modo differente da quanto hanno fatto le figure di riferimento della nostra storia (in particolare nostro padre e nostra madre). L’attesa è che vengano riparate le ferite della nostra vita affettiva (specialmente di quella infantile). Nella terapia di coppia emerge con evidenza come ogni essere umano abbia una forte tendenza a cercare il conosciuto, il familiare e quindi a ripetere situazioni più o meno dolorose già vissute: la speranza però è che l’esito sia differente, ossia che i bisogni emotivi rimasti in sospeso trovino una risposta da parte del partner.
Se la relazione di coppia funziona bene, entrambi i partner traggono nutrimento affettivo e crescita personale dal rapporto.
Viceversa quello che si evidenzia durante una terapia di coppia è la frequente delusione verso il partner, caricato inizialmente delle aspettative di riparazione ma scelto inevitabilmente anche per una sua più o meno forte somiglianza con qualche aspetto centrale della relazione con le figure del proprio passato affettivo. Quello che a grandi linee accade è che dopo la fase di innamoramento iniziale, le somiglianze tra la relazione con il proprio partner e qualche aspetto significativo della relazione con le proprie figure di riferimento del passato diventino più visibili. Allora ci sono due possibilità. La prima è che una persona riesca sufficientemente a distinguere tra la relazione attuale e quella con i propri genitori (uno, l’altro o entrambi): nasce un sentimento di disillusione (diverso dalla delusione) che permette di vedere l’altro e la relazione con lui/lei a tuttotondo, non solo nelle sue analogie con il rapporto con i propri genitori ma anche nelle sue peculiarità. É possibile in questo caso passare dall’innamoramento alla costruzione di una relazione più solida. La seconda possibilità invece è che il passato e il presente si confondano fino a sovrapporsi con forza: nasce un senso di profonda delusione, di rabbia, una sensazione di essere stati ingannati. In realtà l’inganno non proviene non tanto e non solo dal partner quanto dal potere deformante delle proprie aspettative (in termini tecnici “dalle proiezioni del proprio mondo interno sull’altro”). La relazione diventa fonte di sofferenza silenziosa o manifestata attraverso la discussione, il litigio, lo scontro. Ecco perché la coppia è un sottile equilibrio tra tentativi di riparazione e rischio di ripetizione di situazioni di sofferenza fin troppo note.
Ad esempio esaminiamo una possibile situazione di terapia di coppia che mostra il complesso incastro inconscio e le ragioni della crisi. Un uomo può sentirsi attratto da una donna che sembra molto indipendente e quindi completamente diversa dalla propria madre, che è una persona fortemente dipendente dal marito e per certi versi pure dal figlio. Il figlio ha vissuto anche la pesantezza di dover dare sostegno emotivo alla madre. Allo stesso tempo però il padre dell’uomo, assai indipendente, ha rappresentato un pericolo di rottura dell’equilibrio familiare per il suo bisogno di libertà. La donna della coppia a sua volta si sente attratta da quell’uomo che sembra desiderare e apprezzare una donna indipendente. Per la donna significa immaginare che ci sia la possibilità di una relazione diversa da quella con la sua famiglia d’origine: la donna ha combattuto per tutta la sua adolescenza e la sua giovinezza contro la dipendenza richiesta come segno di fedeltà dalla sua cerchia familiare. Ha sviluppato quindi una sorta di contro-dipendenza nelle relazioni, un terrore di essere limitata dall’altro nell’espressione di sé. Tuttavia il modello familiare inconscio dell’uomo della coppia si fonda sull’idea che una persona molto autonoma possa essere un pericolo: quindi l’indipendenza manifestata dalla donna in modo così forte e risoluto diventa rapidamente motivo di angoscia per l’uomo che inizia a chiederle di rinunciare alla propria autonomia per sedare la sua angoscia. La donna reagisce come se fosse catapultata nel suo passato e si trovasse nuovamente a lottare contro la richiesta di dipendenza della propria famiglia d’origine. L’incastro inconscio avviene in questo caso sulla comune problematica rispetto al tema della dipendenza. Ognuno dei due sembra combattere contro il partner come in un disperato tentativo di sopravvivenza. Rispetto all’immagine iniziale dell’altro che era stata fonte di attrazione, si è creata ora la sensazione di una delusione, un tradimento delle aspettative. La donna credeva di aver trovato qualcuno che apprezzasse i suoi sforzi di emancipazione e si è ritrovata di fronte a reazioni simili a quelle del proprio universo familiare. L’uomo si trova incastrato tra il pericolo che rappresenta per lui una persona parecchio indipendente (come il proprio padre) e il terrore che una donna dipendente sia l’equivalente della propria madre.
Fondamentale è comprendere in che fase della storia di una coppia si incrini l’equilibrio tra riparazione e ripetizione del passato e si instauri uno stato di crisi tra i due partner tale da richiedere una psicoterapia di coppia:
- Appena dopo l’innamoramento. É la fase in cui le aspettative collocate reciprocamente sull’altro sono più intense e meno mediate da una conoscenza approfondita del partner come diverso da sé. In questa fase è possibile che si cerchi nel partner il riflesso di se stessi, oppure il genitore che si avrebbe desiderato, oppure la persona che si sarebbe voluti essere.
- Nella fase di passaggio alla convivenza o al matrimonio. Rapporti che erano vissuti più a distanza acquistano una quotidianità che può avere un effetto vivificante ma anche a volte un imprevisto effetto perturbante.
- Quando nasce un figlio, specialmente il primo. È un periodo di intensa trasformazione rispetto alla rappresentazione di sé, del rapporto con i propri genitori e rispetto all’arrivo del terzo all’interno della coppia. È un passaggio delicatissimo, che anche in una coppia solida porta ad un cambiamento radicale degli equilibri. Gli effetti sono particolarmente intensi come minimo per tutto il primo anno di vita del neonato (vedere la sezione Gravidanza e post partum). C’è un libro (vedere Parto in arrivo) scritto con le colleghe dell’equipe con cui da un decennio mi occupo di temi legati alla gravidanza, al parto e al post partum (prima in Mangiagalli, ora in San Pio X, Humanitas a Milano) che può essere utile in particolare per la donna, ma anche per il suo compagno, quando si stanno per affrontare i giorni cruciali della nascita del/la proprio/a bimbo/a e dell’inizio della vita con lui/lei.
- Quando i figli diventano adolescenti. La transizione dei figli dall’infanzia all’adolescenza è costellata di risonanze emotive per i genitori e di richiami alla loro stessa adolescenza. In più le provocazioni e le trasgressioni tipiche degli adolescenti hanno un indubbio impatto sulle dinamiche della coppia di genitori.
- Quando i figli escono di casa (la fase del “nido vuoto”). I due partner si trovano ora come prima della nascita dei figli in una situazione di vita a due che può scatenare crisi che erano in stato di latenza, perché la presenza dei figli produceva una sorta di “effetto cuscinetto”.
- Quando si diventa anziani. È un momento in cui è frequente fare un bilancio della propria esistenza; si inizia anche a confrontarsi con la morte di amici della propria età. Possono nascere allora dei desideri di cambiamento inediti che modificano gli equilibri della coppia.
A volte invece sono eventi di vita inattesi e improvvisi che suscitano stati di crisi nella coppia tali da chiedere una psicoterapia di coppia: ad esempio lo scatenarsi di una malattia grave o invalidante in uno dei due partner che può produrre una modifica sostanziale dei ruoli abituali nella coppia o un loro vero e proprio ribaltamento. Un altro esempio è il doversi confrontare con la fatica nel riuscire a concepire un figlio e con un’eventuale diagnosi di infertilità. Le cure per l’infertilità (PMA Procreazione Medicalmente Assistita) hanno un impatto potente sugli equilibri di coppia, sull’intimità e sulla sessualità. Quando i tentativi di concepire si ripetono senza l’esito sperato, insorgono sentimenti di fallimento, angosce, perdita di senso di altri aspetti della propria esistenza, blocco della progettualità della coppia. Ci si confronta con significativi vissuti di lutto e di perdita (ad esempio a causa di aborti spontanei, delle inseminazioni non andate a buon fine).
Una problematica specifica all’interno della coppia è la difficoltà nei rapporti sessuali, la mancanza di soddisfazione rispetto agli stessi. Ritengo che un intervento psicologico-psicoterapeutico in quell’ambito non possa prescindere da un lavoro sulla coppia nella sua globalità, in cui le difficoltà nell’area della sessualità siano considerate come una delle possibili espressioni di una problematica emotiva nella coppia secondo la lettura che ho descritto nei paragrafi iniziali della presente sezione.
Per gli interventi psicologici e psicoterapeutici con la coppia si veda Consulenza e psicoterapia di coppia.