Consulenza e psicoterapia di coppia: quando e perché

Quando io mi posi come nitido specchio davanti a te, mi fissasti a lungo e vedesti la tua immagine.

E dicesti: “Ti amo”

Ma in verità amavi in me te stessa


(Kahlil Gibran)

Sei tu la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l’oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro


(William Shakespeare)

Il corso del vero amore non fila mai liscio


(William Shakespeare)

Quando una coppia funziona, favorisce lo sviluppo emotivo e la crescita personale di entrambi i partner. Tuttavia in determinati casi questo benefico effetto della relazione viene perduto (o fatica ad instaurarsi fin dall’inizio): la coppia interagisce con modalità che generano sofferenza reciproca. Ognuno rischia di concentrarsi sulle colpe dell’altro; i partner possono sfinirsi a vicenda con discussioni e litigi che sovente ripetono lo stesso copione, con la sensazione di un’incomprensione reciproca senza fine.

Che cosa sono una consulenza ed una psicoterapia di coppia

Si tratta di interventi che non mirano a stabilire torti e ragioni nella coppia, quanto a permettere una presa di coscienza ed un lavoro sulle dinamiche (i giochi interattivi, le modalità comunicative, le aspettative inconsce depositate sull’altro e i loro effetti) che caratterizzano la coppia, con particolare riguardo alle dinamiche che finiscono per mantenere uno stato di sofferenza nella relazione di coppia. Per i partner è fondamentale poter capire cosa stia capitando tra loro e come ognuno di loro due contribuisca a bloccare le possibilità di cambiamento.

La terapia di coppia mira a ristabilire, recuperare o generare quelle risorse che permettono al legame di divenire (nuovamente) fonte di benessere per i partner anziché causa di sofferenza.

Nel corso di una consulenza di coppia, gli obbiettivi centrali sono la comprensione delle dinamiche in atto e una modificazione dei loro aspetti disfunzionali che generano sofferenza nella coppia. Non è detto che per una coppia tra gli obiettivi ci sia anche quello di rimanere insieme a tutti i costi: infatti i partner possono in alcuni casi arrivare a decidere di separarsi (specialmente in quei casi in cui essi sono giunti a rivolgersi ad uno psicologo perché sentono di essere nella condizione “né con te, né senza di te”).

I percorsi di coppia possono iniziare anche quando è uno dei due a convincere l’altro a fare un primo colloquio di coppia. È sufficiente che l’altro non sia del tutto contrario e quantomeno sia disposto a fare un primo incontro. Poi si vedrà insieme al terapeuta di coppia se e quanto spazio ci sia per un lavoro congiunto. Succede anche a volte che un percorso inizi come consultazione di coppia e poi, per ragioni varie, uno dei due membri senta l’esigenza di un percorso individuale perché si rende conto che è la sua problematica personale a influire potentemente sulla vita di coppia.   

Le problematiche di coppia di cui mi occupo

Alcuni differenti momenti delle fasi della vita di coppia possono portare più comunemente crisi di diversa natura. In particolare tra le aree di cui mi occupo ci sono gli stati di crisi che riguardano:

  • Il passaggio dall’innamoramento all’amore: la fase di innamoramento porta una naturale idealizzazione del partner (quando tutto sembra perfetto, quando lui/lei sembra il/la compagno/a perfetto/a). Quando ci si conosce più intimamente, nasce una visione più realistica del partner (vengono viste le caratteristiche che possono non piacerci dell’altro). Se questo processo comporta una delusione troppo elevata rispetto all’idillio iniziale, ecco la crisi.
  • La convivenza o il matrimonio: iniziare a vivere sotto lo stesso tetto implica una condivisione di tempi, e spazi assai più elevata. Questa nuova condizione può scatenare in alcuni sensazioni di “perdita della propria indipendenza”, di “legame che soffoca”. È pure il momento in cui le piccole cose della vita quotidiana (il tubetto di dentifricio schiacciato a metà, la casa tenuta con ordine maniacale, …), le differenze di ritmi e stili di vita emergono con più chiarezza e iniziano a volte a stridere. 
  • Diventare genitori: è l’arrivo di qualcuno, che può essere più o meno desiderato, ma che comunque irrompe nel rapporto di coppia con i suoi bisogni di neonato. Si tratta di un cambiamento nella vita di coppia a carattere irreversibile, un impegno a tempo illimitato, che continuerà a produrre i suoi vari effetti man mano che il figlio cresce. La coppia ha la necessità di trovare un nuovo equilibrio, che non può che essere differente da quello della vita a due.
  • Affrontare l’adolescenza dei figli: questa è una fase della vita dei figli che mette particolarmente in discussione i genitori come individui e come coppia e che può scuotere gli equilibri familiari e di coppia.
  • L’effetto del “nido vuoto”: quando i figli se ne vanno di casa per costruire una propria vita indipendente e la coppia si ritrova a vivere nuovamente nella sola dimensione a due cui potrebbe in qualche modo essersi disabituata, specie se i due partner hanno investito per anni quasi unicamente sul loro ruolo genitoriale a scapito della loro relazione di coppia.
  • Le problematiche legate alla sfera sessuale: possono assumere forme, significati e conseguenze diverse all’interno della coppia da considerare di volta in volta.
  • Le problematiche connesse all’infertilità: quando una coppia si trova ad affrontare il problema dell’infertilità, le angosce e il senso di inadeguatezza possono irrompere nel rapporto tra i partner. Quando vengono intrapresi percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA), possono insorgere, accanto al sentimento di speranza, anche emozioni difficili da vivere quali: rottura dell’intimità della coppia per l’invasività dei trattamenti, dolore e delusione rispetto agli insuccessi delle cure, perdita del piacere rispetto alla sfera sessuale.
  • La malattia grave di uno dei partner: possono svilupparsi modificazioni sostanziali dei delicati equilibri di coppia (ad esempio connessi al tema della dipendenza), che disorientano i partner rispetto al loro modo di relazionarsi antecedente la malattia. In particolare possono nascere blocchi nel dialogo di coppia, per timore ad esempio di manifestare all’altro le angosce legate al tema della sofferenza fisica e della morte.